Zombie policy. Politiche migratorie inefficienti tra inerzia politica e illegalità

Segnaliamo l’articolo di Ferruccio Pastore  dal titolo Zombie policy. Politiche migratorie inefficienti tra inerzia politica e illegalità pubblicato sulla rivista Il Mulino 4/2016.

Mentre l’attenzione politica e mediatica si focalizza comprensibilmente sulla gestione della crisi dei rifugiati, si osserva una mancanza di attenzione sempre più preoccupante verso l’ordinaria amministrazione. La gestione dell’immigrazione «normale», messa in secondo piano anche dall’inerzia timorosa della politica, resta affidata a un sistema di norme ormai obsoleto e sempre meno effettivo. Tanto da assomigliare sempre di più a una di quelle zombie policy che, nelle parole del Nobel 2008 per l’economia Paul Krugman, «avrebbe[ro] dovuto morire da tempo di fronte all’evidenza di fatti che ne minano le premesse fondamentali, ma che in qualche modo continua[no] a trascinarsi in giro» (P. Krugman, Zombies of 2016, «The New York Times», 24.4.2015).Gli strumenti fondamentali per la gestione dell’immigrazione regolare in Italia sono infatti ancora quelli concepiti alla fine degli anni Novanta. Si tratta di meccanismi regolativi messi a punto in un periodo di forte espansione
del fenomeno, spinta da una domanda crescente di lavoro flessibile e poco qualificato, sorretta dal favore pragmatico del
centrosinistra allora al governo (rimane utile la puntuale ricostruzione fornita in L. Einaudi, Le politiche dell’immigrazione in Italia dall’Unità a oggi, Laterza, 2007).
Quel modello si fondava su un sistema di programmazione annuale degli ingressi per motivi di lavoro mediante appositi decreti
governativi (era previsto anche un documento triennale di programmazione strategica, già caduto in desuetudine da anni). La
determinazione dei livelli massimi, sebbene preceduta da consultazioni tecniche, era frutto di una decisione essenzialmente politica. Come è noto, però, il sistema dei decreti-flussi non fu mai davvero in grado di incanalare efficacemente le spinte del mercato, trasformandosi ben presto in un dispositivo per ratificare a posteriori processi sociali ed economici largamente spontanei.

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