Europee 2019: immigrazione ma poca integrazione nelle proposte dei programmi elettorali

di Gaia Testore (FIERI)

Europee 2019: immigrazione ma poca  integrazione nelle proposte dei programmi elettorali[1]

In alcuni paesi europei si sono già aperti i seggi che porteranno al voto 500 milioni di cittadini europei chiamati a scegliere come sarà composto il nuovo Parlamento Europeo (23-26 maggio). Settantatré saranno i deputati eletti in Italia. Durante questa nuova campagna elettorale l’attenzione dell’opinione pubblica si è concentrata su temi nazionali, quali economia prima di tutto[2] ma anche immigrazione – nuovamente sotto i riflettori, a seguito della decisione del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di proporre un nuovo Decreto Sicurezza.

Anche questa volta il tema dell’integrazione è il grande assente. Sebbene oramai più di 5 milioni di stranieri[3] siano regolarmente residenti sul territorio nazionale, il dibattito pubblico tende a rimanere ancorato a questioni quali controllo delle frontiere e gestione dei flussi, mentre l’integrazione è affrontata in modo parziale e “a singhiozzo”. I programmi elettorali riflettono questo disequilibrio. Tra i maggiori partiti, il solo a esprimere posizioni più nette a favore di una tutela dei diritti dei migranti è + Europa, che in base ai sondaggi non è detto che riesca a superare la soglia del 4% e a vedere eletti propri rappresentanti.[4]

Il principale partito di governo, la Lega ha scelto di pubblicare sul suo sito solo il manifesto del gruppo europeo ENF[5] da loro fondato. Il programma del partito è stato, invece, sostituito da un video pubblicato sulla pagina facebook del segretario[6]. La peculiarità della scelta ha riguardato non solo la modalità di presentazione, che non consente di andare molto oltre a semplici slogan, ma anche i contenuti, se si considera che nel video il vice premier si concentra sui risultati del governo e non presenta specifiche proposte da portare avanti a livello europeo.[7]

Figura 1. Proiezioni elettorale stimate dal sito POLITICO aggregando i risultati dei sondaggi proposti a livello nazionale nei singoli stati membri. Per maggiori informazioni https://www.politico.eu/2019-european-elections/italy/

L’assonanza di opinioni sul tema dell’immigrazione

La questione dell’immigrazione non solo trova spazio all’interno dei programmi di tutti i partiti, ma si evidenzia una sostanziale assonanza tra le varie posizioni che si concentrano sulla riforma di Dublino e sulla messa in piedi di meccanismi di  resposanibility sharing tra gli stati membri, ossia di equa ripartizione delle responsabilità.

M5S:  “Redistribuzione obbligatoria dei migranti – Basta belle parole e pacche sulle spalle. Contano i fatti. La gestione dei flussi, l’accoglienza, le responsabilità e gli oneri dell’immigrazione devono essere condivisi equamente tra tutti gli Stati Membri. La ricollocazione dei migranti deve essere obbligatoria.” (punto 20 del programma[8])

PD: “Occorre approvare la riforma del regolamento di Dublino sulla base del testo votato dal Parlamento. Il principio è che chi arriva in Italia arriva in Europa, e serve un sistema europeo imperniato sui principi di solidarietà e di equa ripartizione, che tuteli i diritti e le libertà fondamentali e sanzioni i paesi che non fanno la loro parte.(..) L’obiettivo è quello di fare in modo che l’immigrazione diventi a tutti gli effetti una politica UE, condividendone gli onori e la gestione fra tutti gli Stati membri non solo in modo emergenziale.” (pag. 12[9])

Forza Italia: “L’Unione deve approvare subito la riforma del regolamento di Dublino per definire un sistema di asilo europeo efficace, equo e solidale. Oltre alla ridistribuzione dei richiedenti asilo, (..)[10]

+ Europa pare essere più preciso nelle sue proposte; Nel quadro della riforma del Regolamento di Dublino propone che nel determinare lo stato membro competente per la domanda di asilo si tengano presenti “le esigenze familiari o umanitarie del richiedente asilo, nell’ambito di un sistema equo di redistribuzione. (pag. 13[11])”.

Il controllo delle frontiere è l’altro tema su cui si concentra l’attenzione dei partiti dove apparentemente tutti i partiti concordano sulla necessità di una maggiore europeizzazione della gestione.

PD: “(..) Bisogna arrivare a una gestione comune delle frontiere europee e alla definizione di vie legali della migrazione che consentano la gestione dei flussi e la realizzazione di politiche di integrazione a partire del rafforzamento del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione.” (pagina 12)

Forza Italia: “(..)serve una strategia europea per bloccare l’immigrazione irregolare e rimpatriare chi non ha diritto di rimanere (punto 5)”

Fratelli di Italia: “Vogliamo affermare un principio chiaro: in Europa non si entra illegalmente. Le frontiere esterne europee sono uniche e le regole devono essere comuni, per questo vogliamo tutta l’unione europea fuori dal Global Compact ONU che vuole favorire un’immigrazione senza limiti. Controllo militare delle frontiere esterne e missione europea per un blocco navale così da impedire ai barconi di partire dal nord africa e fermare così le morti in mare. Chi entra illegalmente in Europa va trattenuto in centri sorvegliati e rimpatriato grazie ad accordi tra UE e stati terzi. (punto 13[12])”

Anche in questo caso + Europa fa proposte più puntuali e concentrandosi sulle tipologie di canali di ingresso, proponendo un “permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di occupazione attraverso attività d’intermediazione pubbliche e private tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri e dalla reintroduzione del sistema dello sponsor (..)” (pagina 13).

Sia + Europa, sia Fratelli d’Italia nel parlare di gestione delle frontiere e status del migrante adottano l’integrazione come criterio per concedere un permesso di soggiorno (i primi) o per rifiutarlo (i secondi)

+ Europa: “(..) forme di regolarizzazione su base individuale degli stranieri irregolari già presenti sul territorio – anche nel caso di richiedenti asilo cui è stata negata la protezione – qualora sia dimostrabile la disponibilità in Italia di un’attività lavorativa o di formazione o l’esistenza di legami familiari, sul modello spagnolo del “radicamento”.(pagina 13)

Fratelli d’Italia: “(..) quote di immigrazione regolare solo per nazionalità che hanno dimostrato di integrarsi e che non creano problemi di sicurezza e terrorismo. (…)”

Le parole dell’integrazione

L’integrazione non è presentata come una questione a se stante, ossia non troviamo in nessuno dei programmi analizzati un punto programmatico ad essa riservato. Vengono affrontati o singoli aspetti, quali ad esempio la cittadinanza, oppure la tutela dei migranti è inserita all’interno di discorsi più ampi. E’ un esempio del primo caso il riferimento allo ius soli sia da + Europa che da Fratelli d’Italia, il primo per impegnarsi a sostenerne l’adozione nella prossima legislatura nazionale, il secondo per proporre di abolire lo ius soli in tutti i paesi europei “No allo ius soli in Europa.” (Pag 12).

Per quanto riguarda il secondo caso, il Partito Democratico si concentra sulla lotta alla discriminazione e propone di impegnarsi per portare avanti a livello europeo la direttiva orizzontale[13] contro tutte le forme di discriminazione. Il partito adotta una formulazione generica omnicomprensiva senza fare riferimento in modo esplicito ai migranti.

“Lavoreremo per l’adozione di una direttiva orizzontale contro ogni discriminazione per avere un’Europa più accessibile e che offra opportunità e ricchezza. Tutti i Paesi membri devono estendere i diritti e le tutele per tutte le cittadine e i cittadini senza alcuna forma di discriminazione. È inammissibile che la direttiva orizzontale sia bloccata da dieci anni in Consiglio. Saremo sempre al fianco delle associazioni, dei movimenti e dei singoli attivisti impegnati nella difesa, promozione ed estensione dei diritti per la piena uguaglianza tra le persone ovunque in Europa.” (Pag 15) (..)

+ Europa è l’unico partito a promuovere in modo esplicito la protezione dei diritti e della sicurezza di migranti e rifugiati e si schiera ad esempio a favore di “meccanismi che permettano ai migranti e ai rifugiati vittime di reato di presentare ricorsi e sporgere denunce alla polizia in modo sicuro, dando piena attuazione a quanto previsto dalle normative UE in materia” (pag. 14.)

Qualora ritroviamo la parola integrazione, essa tende ad essere associata al termine “politiche” e a essere vista quindi come strumento per gestire il fenomeno dell’immigrazione e le sue conseguenze.

PD: “Bisogna arrivare alla realizzazione di politiche di integrazione a partire del rafforzamento del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione.” (Pag 12)

+ Europa: “Il fenomeno migratorio verso l’Europa deve essere affrontato con gli strumenti del diritto internazionale, investendo nelle politiche d’integrazione, cioè nelle sole politiche che incrementano la coesione sociale, ripensando l’urbanistica e investendo nelle periferie, per superarne il degrado.” (Pag 14)

Persino Fratelli di Italia fa riferimento all’utilizzo di politiche di integrazione in un’ottica di strategie di gestione dei problemi di coesione sociale e di degrado urbano, “politiche di integrazione per evitare la nascita di quartieri ghetto. (..) (15 punto del programma)

Il riconoscimento bipartisan della legittimità dell’utilizzo di politiche di integrazione come strumento di gestione del fenomeno migratorio, non è una novità, ma è interessante evidenziarlo in quanto risultato dell’influenza del discorso adottato a livello europeo sulla comprensione del fenomeno. Tale riflessione ci conduce al ruolo che si chiede di ricoprire all’Unione Europea e agli strumenti di cui si vuole dotarla. Sia il PD che + Europa riconoscono l’importanza dell’intervento delle istituzioni europee, ma mentre il primo si impegna a rafforzare il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione e (come si è visto) la Direttiva orizzontale contro le discriminazioni, + Europa invoca apertamente un maggiore impegno europeo (e pertanto delega di competenze)

“Un welfare e un mercato del lavoro realmente europeo deve farsi carico anche della ripartizione fra Paesi membri dei flussi migratori in arrivo … Occorre invece una visione – che muova dall’umanesimo europeo, dal principio di eguaglianza, dalla centralità della persona, dell’individuo, della sua dignità, volontà e libertà – e soprattutto occorre una gestione globale e coordinata del fenomeno. C’è bisogno di un piano europeo. C’è bisogno di più Europa … Deve assumere come europee le competenze necessarie a disciplinare e governare la presenza e l’integrazione, definendo politiche legali e adeguate di collocamento, integrazione, ingresso, circolazione, ricongiungimento, asilo ed espulsione, eguali e integrate in tutti i Paesi membri.” (Pag 14)

Fratelli d’Italia presenta, invece, gli immigrati come una minoranza privilegiata e invoca quindi la priorità per gli italiani nell’accesso al welfare  L’espressione delle proprie opinioni rispetto a un tema a volte si fa anche sostenendo posizione contrarie e nel caso specifico tutelando i diritti della maggioranza faccia a una minoranza

Fratelli di Italia “Reputiamo che chi ha contribuito a fare dell’Italia la nazione che è oggi non debba essere sistematicamente scavalcato da chi è arrivato da poco in Italia. Per questo vogliamo modificare le norme Europee e introdurre il principio della priorità per gli italiani, nell’accesso ai servizi sociali, agli asili nido, alle case popolari e poter escludere stranieri e comunitari da determinati provvedimenti pubblici di sostegno economico diretto. (..) (13 punto del programma)

In conclusione, si osserva come ci siano aspetti che continuano ad attrarre l’attenzione dei partiti (immigrazione, controllo frontiere, riforma del sistema di Dublino), mentre altri aspetti che riguardano le persone già presenti sul territorio rimangono ancora nell’ombra. Il permanere di un discorso incentrato sulla sicurezza continua ad offuscare altre dimensioni del fenomeno che a fatica si fanno largo nelle agende politiche: cittadinanza, seconde generazioni, inclusione o marginalità. Sono questi gli aspetti su cui si concentrano gli altri stati europei e che impegneranno anche l’Italia di domani.


[1] L’analisi si è concentrata sui i programmi dei partiti che i sondaggi danno come vincenti e sul primo partito che potrebbe essere escluso in quanto non raggiungerà la soglia del 4%.

[2] https://www.lavoce.info/archives/59145/se-nei-programmi-dei-partiti-leuropa-diventa-un-bancomat/

[3] dati ISTAT 1 gennaio 2018

[4] https://www.politico.eu/2019-european-elections/italy/

[5] https://www.leganord.org/il-movimento/europee-2019/217-notizie/16540-menl-programma-politico

[6] https://www.facebook.com/salviniofficial/videos/729115404151986/ (ultimo accesso 23/05/2019)

[7] A titolo di esempio “Portare il buonsenso in Europa” “cambiare l’Europa dei barconi, dei banchieri, dei burocrati e dei buonisti”

[8] https://continuarexcambiare.it/programma/

[9] http://europa.partitodemocratico.it/wp-content/uploads/2019/04/programma_corto_PD_Europa_2019-1.pdf

[10] https://italiasvegliati.it/programma/

[11] https://piueuropa.eu/wp-content/uploads/2019/05/PROGRAMMA-EUROPA-2019.pdf

[12] https://europee.fratelli-italia.it/wp-content/uploads/2019/04/programma_europee.pdf

[13] http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/O-8-2018-000071_IT.html