Sale a 34 il numero dei deputati di origine straniera eletti nelle recenti elezioni tedesche. Di Francesco Tarantino e Matteo Scali
Non è una novità per il Bundestag contare, tra i suoi membri, deputati di origine straniera. Ma oggi i 5,8 milioni di immigrati residenti in Germania possono probabilmente sentirsi più rappresentati.
Gli occhi dell’Europa erano puntati sulle elezioni tedesche in relazione, soprattutto, agli equilibri economici del continente, in attesa di capire se Angela Merkel avesse mantenuto un ruolo di primo piano tra i leader europei. Eppure, aldilà di questo, le elezioni tedesche rivelano che la Germania è riuscita, grazie soprattutto alle norme sulla cittadinanza, ad ampliare la rappresentanza dei nuovi tedeschi nel Bundestag. Il numero di Deputati di origine straniera eletti nel nuovo Parlamento è infatti salito dai 21 della scorsa legislatura ai 34 attuali, che rappresentano il 5,5% del totale degli eletti.
Un’occhiata agli ultimi dati sulla popolazione migrante elaborati dal Destatis (Statistisches Bundesamt) aiutano a comprendere meglio la rilevanza di questo risultato. Avere una rappresentanza di origine straniera del 5,5% è una quota rilevante se si pensa che gli stranieri rappresentano oggi in Germania l’8,2% del totale della popolazione (Destatis, censimento 2011). In particolare sui quasi 7 milioni di stranieri, poco più di 1,2 milioni sono nati in Germania e 5,6 milioni nati all’estero.
L’aumento della platea di deputati di origine straniera è stata possibile, senz’altro, per la lunga storia migratoria nel paese ma anche per le norme sulla cittadinanza che permettono a chi è nato sul suolo tedesco da genitori stranieri di diventare facilmente cittadino. Secondo Destatis 112.300 stranieri sono diventati tedeschi nel 2012. L’incremento delle naturalizzazioni è stato, rispettivamente, del 5% rispetto al 2011 e del 10% rispetto al 2010.
Ciò ha provocato, da un lato, l’aumento di candidati con background migratorio e, dall’altro, ha aumentato il numero di nuovi tedeschi con diritto di voto. In effetti il potenziale elettorale degli immigrati in Germania potrebbe essere assai più elevato. Ad esempio, dei circa 3 milioni di immigrati turchi presenti nel paese, solo 1 milione è naturalizzato, anche perché la Germania non ammette la doppia cittadinanza. Nonostante ciò, 11 dei 33 nuovi deputati sono nati in Turchia o hanno origini turche. I turchi, come riportava qualche giorno fa il quotidiano turco Zaman, iniziano a giocare certamente un ruolo importante nelle elezioni tedesche (Zaman, 1 settembre 2013). Il quotidiano online Haberkita riferisce come fossero 36 i turchi presenti nelle liste elettorali. Le proporzioni candidati/eletti risultano essere dunque certamente interessanti: una persone di origine turca su tre è stata dunque eletta.
Nonostante in patria siano più vicini ai partiti conservatori, gli immigrati turchi in Germania sono tradizionalmente vicini alle posizioni del SPD e dei Verdi. In particolare Zaman riportava i risultati di un sondaggio dell’Istituto Futureorg condotto col supporto del World Media Group secondo cui il 42,9% degli intervistati avrebbe votato per l’SPD e il 21,6% per i Verdi. Solo il 20,3% si è dichiarato favorevole ad un voto per la CDU.
Questa polarizzazione dei consensi veniva rispecchiata dal numero dei candidati stranieri al Bundestag e dalla loro ripartizione tra le liste. Secondo il quotidiano turco Haberkita, sugli 81 candidati di origine straniera alle elezioni in Germania, 23 erano tra le liste dei Verdi, 18 in quelle dell’SPD, 9 tra i liberali dell’FDP e 6 nelle liste del Partito Pirata. La CDU candidava invece solo 6 persone di origine straniera e gli alleati bavaresi della CSU nessuna.
La celebre dichiarazione di Angela Merkel che, nell’ottobre 2010, denunciava il fallimento del multiculturalismo in Germania, forse, ha dato una spinta in più alla mobilitazione politica degli immigrati in Germania. La stessa cancelliera pochi giorni prima delle elezioni dello scorso 27 settembre dichiarava in un’intervista che “ognuno con le sue radici culturali può contribuire alla cultura tedesca sebbene bisogna vivere secondo le nostre leggi e usare la nostra lingua” .
In altre parole i toni della CDU in campagna elettorale, sul tema, sono sembrati più cauti che in passato. In effetti non tutti i 33 nuovi deputati tedeschi sono stati eletti nelle file del SPD o dei Verdi. Cecile Giousouf, 35 anni, è oggi la prima deputata musulmana e di origini turche della CDU. Accanto a lei, sempre tra gli scranni riservati al partito della cancelliera, siederà Michel Huber – attore di teatro e volto noto in televisione – figlio di un diplomatico senegalese nato a Monaco 55 anni fa. Huber è il primo deputato afro-tedesco della CDU, il cui multiculturalismo sembra ormai una realtà.
Torna in Parlamento anche il leader dei verdi Cem Özdemir, che nel 1994 era stato il primo eletto di origine turca. Karamba Diaby, invece, è il nuovo parlamentare di origini africane eletto nel SPD, l’unico ad essere nato all’estero, in Senegal e giunto in Germania anni fa per motivi di studio. Quando era studente, nel 1990, una sera fu aggredito e picchiato da un gruppo di neo-nazisti nella città di Halle (fonte El Pais, 26 settembre 2013, p.4). Oggi siede in Parlamento e può capire forse più di altri l’importanza di costruire una società non solo multiculturale ma fondata su un contrasto forte alle tendenze xenofobe che, nell’Europa della crisi, sembrano riaffiorare con forza anche in Germania.