Secondo le proiezioni dell’Istat, nel 2050 circa un terzo della popolazione con meno di 24 anni avrà un genitore straniero. I figli dell’immigrazione sono importanti, non solo sotto il profilo quantitativo, ma anche perché contribuiranno a determinare il livello e la qualità del capitale umano di cui l’economia italiana avrà bisogno per competere con gli altri paesi.
Necessità demografiche e del mercato del lavoro rendono dunque la presenza dei figli dell’immigrazione “un bene necessario” in Italia, al pari di altri paesi europei. Si tratta di giovani che costruiscono le loro biografie di vita fra un altrove proprio di un passato più o meno lontano e una realtà italiana che caratterizza il presente, intrecciando le istanze delle famiglie e delle comunità di origine con le interazioni di una quotidianità talora soprattutto italiana. In questo modo crescono “gli italiani a metà”, una generazione di giovani stranieri per cittadinanza, ma per stile di vita e orizzonte di riferimento non così distanti dai coetanei italiani per discendenza.
Uscita in libreria: 08 aprile 2010 | Edizioni Il Mulino
Roberta Ricucci svolge la sua attività di ricerca presso il Dipartimento di Scienze sociali dell’Università di Torino e il Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione (FIERI) ed è membro del network europeo d’eccellenza IMISCOE. Da oltre un decennio studia, attraverso ricerche nazionali ed internazionali, i fenomeni migratori, con particolare attenzione ai percorsi di inserimento delle giovani generazioni. Su questi temi è autrice di numerosi articoli, anche su riviste straniere, e del volume sui figli dell’immigrazione “Generazioni in movimento” (con F. Olivero, ed. Ega, 2008).