Il 3 febbraio 2018, a Macerata, Luca Traini apre il fuoco dalla sua auto su un gruppo di persone di origine africana, ferendone sei. Un tentativo di strage concepito per “vendicare” l’uccisione di una connazionale.
Cosa ha fatto sì che un evento, che in altri contesti sarebbe stato definito come un attentato terroristico, sia stato derubricato a “gesto di un folle”, se non una conseguenza del “problema dell’immigrazione”? E cosa ha impedito che, a seguito dell’attentato, la comunità nazionale si riconoscesse attorno ai valori di antifascismo e antirazzismo ben presenti nella Carta Costituzionale? Queste sono le domande al cuore del libro Un attentato “quasi terroristico”. Macerata 2018, il razzismo e la sfera pubblica al tempo dei social media (Carocci, 2020), a cura di Marcello Maneri (Università di Milano-Bicocca e FIERI) e Fabio Quassoli (Università di Milano-Bicocca).
Attraverso lo studio di un caso che a suo tempo ebbe un grande impatto ma venne presto archiviato, se non dimenticato, il volume analizza i processi di formazione e diffusione delle rappresentazioni dell’immigrazione nella sfera pubblica. Particolare attenzione è dedicata alle interazioni tra media tradizionali e social, e logiche mediatiche sottostanti, all’interno di quello che viene definito un “sistema mediatico ibrido”. Sui temi del libro, segnaliamo anche un’intervista a Marcello Maneri e Fabio Quassoli e una utile recensione di Grazia Naletto.