L’anima del paese messa a nudo
Da sempre nazione cattolica per antonomasia, in tempi recenti l’Italia ha distillato un cocktail religioso in cui agli ingredienti risaputi del passato si mescolano quelli insoliti del presente: una chiesa sempre (più) attiva nell’arena pubblica, che dà battaglia sui temi della vita, della famiglia e della bioetica, ma anche molte persone che si definiscono cattoliche pur vivendo in modo del tutto secolarizzato; l’emergere di individualismi religiosi e spiritualità alternative, accanto a una fede tradizionale riscoperta grazie agli immigrati musulmani; un sentimento religioso più diffuso e una maggior presenza ai riti rispetto ad altri paesi europei, ma anche la prevalenza di una fede dubbiosa su quella certa; una nuova voglia di sacro e di figure religiose carismatiche, insieme alla crescita di un'”appartenenza senza credenza”.
Uscita in libreria: 3 novembre 2011 | Il Mulino
Franco Garelli: insegna Sociologia dei processi culturali e Sociologia della religione nell’Università di Torino. Tra i volumi pubblicati con il Mulino: “Forza della religione e debolezza della fede” (1996), “Sfide per la chiesa del nuovo secolo” (2003), “L’Italia cattolica nell’epoca del pluralismo” (2006) e “La Chiesa in Italia” (2007).
Da “Essere musulmani in Italia” di R. Ricucci , in “La religione all’italiana”
Secondo le stime più recenti della Caritas/Migrantesi i musulmani in Italia sarebbero circa un milione e mezzo, per una presenza che risulta più che raddoppiata negli ultimi dieci anniii. Questa forte diffusione sul territorio nazionale è al centro del dibattito pubblico da quando l’immigrazione maghrebina (ma non solo essa) ha reso evidente che erano presenti nei nostri ambienti forme e pratiche religiose estranee alla nostra tradizione. Alcune ormai non fanno più scalpore, come la dieta differenziata nelle scuole e negli ospedali o la richiesta di corsi di lingua araba sempre nelle scuole. Altre continuano a dividere gli animi, ad esempio la costruzione delle moscheeiii, la possibilità o la richiesta da parte dei musulmani di assentarsi dalla scuola o dal lavoro il venerdì (giorno della preghiera); e, ancora, l’istituzione di scuole islamiche. Sfaccettature di una questione più ampia, ovvero la tutela della libertà religiosa di una minoranza ormai inserita a vario titolo nel tessuto socio-economico del paeseiv. Di fronte all’islam emergono le tensioni e i timori che l’Italia ha nei confronti di una religione che l’opinione pubblica considera ‘degli immigrati’, sovente senza accorgersi che molti di loro sono già cittadini italiani (o lo diventeranno). Gran parte di essi ha ormai familiarità con gli stili di vita occidentali, crescono nelle nostre scuole, parlano senza problemi la nostra lingua, sono bene o male inseriti nel mondo del lavoro. L’idea delle persone più aperte è che stia nascendo una nuova figura, quella del ‘cittadino italiano di religione musulmana’, alla stessa stregua degli italiani di religione ebraica o protestante o cattolica, parte integrante del nostro paese. Alcuni esempi di questa nuova figura sono rappresentati dai ‘convertiti’, dagli italiani divenuti musulmaniv; altri sono i figli dell’immigrazione, le seconde generazionivi.
Questo potrà forse essere lo scenario futuro, ma oggi, nel presente, come viene percepita in Italia la religione di Allah? Che cosa pensano gli italiani della presenza islamica nel paese? Sono favorevoli o contrari al fatto che i musulmani in Italia conservino la loro cultura e i loro costumi? Fino a che punto ritengono che si debbano rispettare i diritti di questa minoranza religiosa? Quale è la loro posizione su questioni che accendono il dibattito pubblico in molte nazioni europee, come l’uso del velo a scuola da parte delle ragazze musulmane, o la domanda di scuole islamiche per i propri fedeli, o la riproposizione nei paesi europei di norme usanze tipiche dei paesi islamici ma che contrastano o offendono la cultura occidentale?
i Il Dossier Immigrazione della Caritas/Migrantes offre da vent’anni un’analisi della presenza straniera in Italia, inclusa la stima della loro appartenenza religiosa.
ii Caritas/Migrantes [2000; 2010].
iii Sul dibattito inerente la costruzione di moschee si veda Allievi [2010].
iv Per un inquadramento della relazione fra Islam e società europee si veda: Vertovec e Peach [1997]; Cesari e McLoughlin [2005], Maussen [2007].
v Allievi [1999].
vi Frisina [2007].