Se diventiamo uno stato-cuscinetto

La questione degli sbarchi crea divisioni sempre più profonde, tanto all’interno della società italiana quanto tra noi e l’Europa. Nonostante gli sforzi negoziali del governo nei confronti delle diverse controparti libiche, gli sbarchi continuano a crescere, così come purtroppo le vittime. Il Mediterraneo centrale non è mai stato così stretto e tragicamente affollato. La nostra collocazione alla frontiera tra Africa ed Europa, lungo la faglia di disuguaglianza più profonda del pianeta, non è mai stata così difficile da sostenere. L’impressione di essere lasciati soli, a fare da argine, di essere costretti nello scomodo ruolo di stato-cuscinetto, è sempre più forte. Ed è forse uno dei pochi dati condivisi, da un capo all’altro dello spettro politico. Su questi argomenti, pubblichiamo un’intervista di Juliette Bénabent, reporter del sito di informazione francese Télérama, a Ferruccio Pastore:
http://www.telerama.fr/monde/accueil-des-migrants-que-propose-l-europe-a-l-italie-tout-simplement-rien,160530.php
Sugli stessi temi, vedi l’articolo “Se l’Italia diventa stato cuscinetto”, sul numero 6/2017 di “Limes. Rivista italiana di geopolitica”, ora in edicola:
http://www.limesonline.com/le-prime-informazioni-su-limes-617-mediterranei/100048
Il concetto di “shock-abosrbing country”, accompagnato da alcune interessanti proposte, è esposto anche da Marta Dassù sul sito di Aspenia: http://www.aspeninstitute.it/aspenia-online/article/shock-absorbing-country.