Le seconde generazioni rappresentano la cartina di tornasole dell’efficacia del processo di integrazione, poiché impegnarsi per esse significa – di fatto – lavorare per tutta la cittadinanza. Dalle politiche scolastiche a quelle giovanili, dalle relazioni inter-generazionali a quelle fra giovani leve e figure educative: in tutti questi casi si agisce per costruire e/o rafforzare processi di convivenza civile, all’interno di una cittadinanza che diventa (in parte) più consapevole delle trasformazioni indotte – e imprescindibili – dell’immigrazione. Il vero banco di prova dei processi di inserimento di questi anni avverrà nei prossimi anni, quando gli studenti di oggi si confronteranno con il mondo del lavoro, con la costruzione di relazioni affettive durature, con le istanze di partecipazione politica nelle aree in cui vivono. La sfida allora diviene quella di non considerare i progetti e i successi sin qui realizzati come un punto d’arrivo, ma come una tappa all’interno di un processo (più o meno lungo) di inclusione. Tale processo ha i suoi punti più qualificanti nel coinvolgere attivamente i soggetti agenti all’interno di un territorio e nella valorizzazione dei giovani e delle loro energie, in un percorso di costruzione di cittadinanza attiva e nell’intreccio fra competenze diverse.
Di questo e molto altro si ragiona in due nuovi volumi dedicati ai minori e giovani stranieri e alle loro biografie da “non cittadini italiani”.