Negli anni precedenti l’esplosione della crisi, la Spagna ha conosciuto flussi di immigrazione per lavoro di ampiezza e intensità senza precedenti nella storia dell’Europa contemporanea. Il modello economico che ha generato quel boom migratorio è oggi in profondissima crisi.
La ricaduta occupazionale sugli immigrati è devastante, tanto da spingere El País, in una recente inchiesta firmata dal giornalista italiano Andrea Rizzi, a sollevare un interrogativo clamoroso e inquietante: “ E adesso che facciamo, di questi sei milioni di immigrati?”. Da questa fonte, FIERI propone in traduzione italiana un denso editoriale di Joaquin Arango, uno dei massimi specialisti spagnoli di tematiche migratorie.
Per approfondire, rimandiamo allo studio di Claudia Finotelli sulle politiche spagnole nel campo dell’immigrazione per lavoro, prodotto da FIERI nell’ambito del progetto LAB-MIG-GOV.
Nubi in un cielo ancora sereno
di Joaquin Arango
In Spagna la crisi sta colpendo con particolare forza la popolazione immigrata. Il livello di disoccupazione [degli immigrati] è decisamente più alto rispetto a quello della popolazione generale, e la stessa cosa accade con la porzione di disoccupati di lunga durata e di famiglie che hanno tutti i componenti disoccupati. Per non pochi immigrati la perdita del posto di lavoro comporta quella del permesso di soggiorno, che porta ad uno stato di irregolarità sopraggiunta esteso ai loro figli. In termini generali la crisi sta portando al peggioramento delle caratteristiche che permettevano di identificare come sfavorevole il loro inserimento nel mercato del lavoro.
Le implicazioni sociali di questo processo di deterioramento non sono meno severe, a partire dall’aumento delle situazioni di emergenza ed esclusione. E, tuttavia, il clima sociale nel quale si sviluppa il fenomeno dell’immigrazione in Spagna non fa registrare quel grado di tensione rilevabile in paesi meno colpiti dalla crisi. Questo può risultare sorprendente, soprattutto per gli osservatori situati oltre i nostri confini. Ma lo è in misura minore se si ricorda che neanche il boom immigratorio, quasi senza paragoni che la Spagna sperimentò negli anni che precedettero la crisi, fu accompagnato da grandi tensioni sociali e politiche.
Non sorprende che tanto la fenomenale crescita della popolazione immigrata, quanto l’accoglienza consapevole e pacifica che è stata offerta dalla società spagnola, abbiano attratto l’attenzione internazionale. Le ragioni di questa relativa eccezionalità non sono facili da identificare. A questa non è estranea la presenza significativa di giovani adulti nella popolazione immigrata, con il loro elevato tasso di attività economica e l’ampio consenso esistente rispetto al loro positivo contributo all’economia. Ha influito anche sicuramente una cultura politica profondamente riformata negli anni della Transizione, fortemente egualitaria e propensa al riconoscimento universale dei diritti, che sicuramente è alla base dei considerabili sforzi compiuti dai diversi poteri pubblici a favore dell’integrazione, in stretta collaborazione con un forte Terzo settore.
Nonostante la sua estrema gravità, la crisi non ha alterato in modo significativo il clima sociale nel quale si sviluppa l’immigrazione, anche se certamente ha portato un contesto molto più avverso e alcuni motivi di preoccupazione. Ha fornito un terreno fertile e propizio alle istanze di un pugno di piccoli partiti xenofobi e populisti, che hanno capitalizzato il malessere sociale esistente, ma con risultati fino ad ora molto scarsi.
Sebbene l’orientamento dell’opinione pubblica non abbia registrato alcuno sconvolgimento, diminuisce la porzione di quelli che basano il proprio livello di tolleranza dell’immigrazione sulle necessità del mercato del lavoro e sul loro contributo all’economia; e aumenta quella di chi crede che gli immigrati ricevano un trattamento migliore degli altri gruppi svantaggiati.
L’aumento delle necessità in materia di integrazione coincide con la riduzione nelle diverse Amministrazioni degli stanziamenti destinati ad essa, incluse le sovvenzioni alle ONG.
Infine, misure come l’eliminazione del pieno accesso degli immigrati in situazione di irregolarità a sanità ed educazione, autentica pietra miliare del nostro sistema di integrazione, insieme ad indizi che mostrano un minore impegno del Governo del Partito Popolare in tema di immigrazione ed integrazione, costituiscono ulteriori nubi che oscurano un cielo ancora sereno.