Comparare l’integrazione in paesi diversi – Importanti indicazioni da un nuovo studio dell’OCSE

FIERI intervista Cécile Thoreau, coordinatrice di Settling In: OECD Indicators of Immigrant Integration 2012, appena pubblicato dalla Organizzazione per la Cooperazione allo Sviluppo Economico di Parigi.

Questa pubblicazione presenta le prime comparazioni internazionali tra i paesi OCSE per quanto riguarda gli esiti degli immigrati (traduciamo così l’espressione “outcomes for immigrants”) e dei loro figli nelle principali aree di integrazione sociale ed economica. Questo lavoro è il primo di una serie che mira a fornire un termine di confronto iniziale, nella prospettiva di un monitoraggio costante degli indicatori comparabili di integrazione tra i paesi OCSE. Un primo capitolo descrittivo confronta le caratteristiche della popolazione nata all”estero e dei figli degli immigrati nei paesi OCSE.

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I primi risultati di un’indagine sulle relazioni tra gruppi di origini diverse in due quartieri di Torino

A cura di Irene Ponzo, febbraio 2012

Cos’è Concordia discors?

Il progetto “Concordia Discors. Conciliare diversità e coesione sociale in tempi difficili” si pone l’obiettivo di approfondire i meccanismi attraverso cui si sviluppano i processi di integrazione nei contesti urbani. L’idea alla base del progetto è che il conflitto non possa essere interpretato come un esito negativo dei processi di integrazione, ma come parte integrante e talvolta inevitabile di essi, che può coesistere e persino divenire presupposto di una “buona convivenza” tra gruppi di origini diverse. Ci è parso che l’espressione Concordia discors, coniata dal poeta latino Orazio per indicare uno stato di armonia discordante, descrivesse bene questa prospettiva. Leggi tutto

Concordia Discors. Conciliare diversità e coesione sociale in tempi difficili

L’obiettivo della ricerca, finanziata dalla Compagnia di San Paolo, è quello di studiare l’evoluzione delle forme di convivenza e le trasformazioni a cui è sottoposta la coesione sociale di una comunità territoriale al crescere della sua diversificazione interna dal punto di vista etnico, linguistico, culturale e confessionale. Lo studio sarà finalizzato a fornire raccomandazioni ai …

Attitudes to Migrants, Communication and Local Leadership (AMICALL)

IT La ricerca finanziata dal Fondo Europeo per l’Integrazione dei cittadini di Paesi Terzi, ha avuto come obiettivi: l’analisi delle buone pratiche di comunicazione, messe in atto delle autorità locali e regionali (LRA), nei confronti dei cittadini locali sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione; il coinvolgimento delle LRA finalizzato alla condivisione delle buone pratiche; l’esplorazione di …

Concordia Discors

IT Il progetto, finanziato dallo European Integration Fund for Third Country nationals, ha analizzato i meccanismi che governano le relazioni tra autoctoni e immigrati adottando una metodologia multidisciplinare e un approccio comparato. La ricerca ha inteso infatti approfondire gli effetti dei rapporti individuali, delle politiche locali e dei flussi di comunicazione sulle relazioni interetniche, focalizzandosi …

Quale immigrazione per L’Italia di domani?

Scelte strategiche e opzioni tecniche – Un confronto tra esperti e operatori Nel corso dell’ultimo decennio, l’Italia è diventata uno dei principali paesi di immigrazione a livello europeo. Correnti non stagionali di immigrazione per lavoro di entità paragonabile si sono riscontrate solo in Gran Bretagna e, in misura decisamente maggiore, in Spagna. Questi imponenti flussi …

PROSINT – Promoting Sustainable Integration in Admission Policies

IT Lo scopo del progetto, finanziato dallo European Fund for the Integration of Third Country Nationals e coordinato dall’International Centre for Migration Policy Development (ICMPD), è stato quello di fornire un’analisi comparativa delle norme giuridiche che regolano le migrazioni e dell’impatto di queste sui processi di integrazione nei paesi Europei in cui è stato condotto lo …

Inclusione di rom e sinti: missione impossibile?

Di Giovanna Zincone *

Una chiave di lettura

è giudizio prevalente non solo tra l’opinione pubblica, ma anche all’interno della classe politica, che integrare le minoranze rom e sinti sia una missione impossibile. Prima di gettare la spugna è necessario capire se e quanto scarsa sia l’integrazione di questi gruppi e rispetto a quali profili. Bisognerebbe anche formulare qualche ipotesi sulle specifiche difficoltà che s’incontrano in quest’impresa. Se si rilevassero sistematicamente le pratiche più innovative e se ne valutassero gli esiti, la missione potrebbe forse apparire meno impossibile. Volendo immaginare una strategia d’inclusione, uno dei maggiori scogli risiede proprio nella carenza di ricerche empiriche sia rispetto alle condizioni, sia rispetto alle politiche adottate. è quanto osservava anche Pietro Marcenaro in occasione di un seminario organizzato dalla Commissione Straordinaria per i Diritti Umani e da FIERI. Seguo la via di chi non vuole gettare la spugna con gli scarsi strumenti conoscitivi a mia disposizione. Lo faccio utilizzando una mappa orientativa che ho proposto in passato per rilevare livelli di integrazione e valutare le politiche pubbliche per gli immigrati. Ritengo che anche in questo caso, per affrontare il problema, si dovrebbero osservare tre aspetti dell’integrazione e porsi politicamente i tre obiettivi corrispondenti.

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