Di Stefano Liberti, co-autore con Andrea Segre del film-documentario “Mare chiuso”. Articolo originariamente pubblicato in inglese sul sito di Open Society Foundations
Il 7 maggio 2009 l’allora Ministro degli Interni italiano Roberto Maroni annunciava con un certo orgoglio l’avvio di una nuova politica di gestione dei flussi migratori attraverso il Mediterraneo: “Tutte le imbarcazioni di migranti intercettate in mare saranno d’ora in poi rimandate indietro in Libia”. Da allora, è cominciata la cosiddetta politica dei “respingimenti”, che ha portato al rimpatrio di circa 1000 migranti – molti dei quali richiedenti asilo provenienti da Eritrea, Somalia, Etiopia e Sudan – in Libia, un paese che non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra e non riconosce il diritto d’asilo. I migranti rispediti indietro con la forza sono stati sistematicamente messi in centri di detenzione e sottoposti ad abusi di vario genere.